Thursday, July 10, 2014

La terrificante foresta di Hebert

Era una notte buia e tempestosa. I fulmini folgoravano le maestose querce. Per noi, ragazzi e ragazze dei Kabana Fluo, la strada era smarrita. L’unica soluzione per tornare a casa sani e salvi era attraversare la terrificante foresta di Hebert. Un grande lago pieno zeppo di piranha ci bloccava la strada. L’unico modo per attraversarlo era camminare su di un ponte maltenuto, mezzo marcio e barcollante. Per fortuna, nonostante molti attimi di panico, riuscimmo ad attraversarlo. Dopo trovammo un cratere di vulcano che potevamo superare solo appendendoci a una liana. La superammo tutti, ma ci fu qualche inconveniente. A due di noi caddero gli occhiali e, quindi, continuarono avendo grossi problemi di vista. Proseguendo si ergeva davanti a noi una immensa e robusta porta. Decifrando un enigma, scoprimmo che per aprirla bisognava colpire con dei sassi tre pilasti a molti metri di distanza. Per fortuna non fallimmo e la porta si aprì per un attimo, tanto che ci passammo tutti molto velocemente ma uno di noi rimase un po’ incastrato e riuscì a liberarsi a fatica. Camminammo ancora per molti chilometri. Una densa nebbia ci avvolgeva. Iniziammo a sentire dei sinistri rumori metallici che provenivano dallo sfregarsi di affilate asce oscillanti. Tutti riuscirono ad attraversarle schivandole con agilità, tranne il più maldestro che ci rimise un po’ di capelli e guadagnò una bella rapa, adatta alla stagione. Dopo una lunga camminata trovammo due giganteschi tronchi che dovevamo scavalcare. Tutti salvi, tranne una storta alla caviglia e due graffi al naso. Ormai la nebbia era svanita e la foresta iniziava a diradarsi. Cominciammo a correre lungo la discesa, inseguiti dal un grande sasso rotolante fino a che non iniziò la salita e questo si fermò. All’orizzonte finalmente scorgemmo la nostra casa e entro sera la raggiungemmo tutti, non proprio sani, ma salvi.  

I kabana fluo


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